lunedì, giugno 04, 2018

LA SETTIMANA PIU' LUNGA DELLA REPUBBLICA

 
In una settimana siamo passati da una situazione politica critica con risvolti economici altrettanto preoccupanti ad una situazione di tranquillità vigile dove il nuovo Governo Conte sta incominciando a muovere i suoi primi passi (nei prossimi giorni si presenterà ai due rami del Parlamento per ottenere la fiducia).
Occorre premettere che in queste ultime settimane si sono accavallati fatti e posizioni politiche che sono spesso degenerate in gazzarre o iniziative folli molti simili al tifo da stadio per nascondere in realtà errori madornali commessi sui quali occorreva intervenire per porvi necessari rimedi; dimenticando tra l'altro che le affermazioni e le iniziative sono atti politici che possono sempre produrre effetti più o meno indesiderati.
In sostanza mi riferisco alle posizioni aggressive emerse via via contro il Capo dello Stato Mattarella che dal 4  marzo ha con pazienza invidiabile fatto di tutto per verificare se vi erano le reali condizioni per la nasciata di un governo espressione del voto elettorale.
Il realtà Mattarella ha dimostrato la sua abilità di grande statista  nello svolgere il suo ruolo di PdR intervenendo per ben due volte al fine di favorire lo sblocco della empasse politica.

La prima dopo due mesi dal voto perchè i partiti che più avevano propensione a crerare un programma di governo - Lega e M5* -  ponevano condizioni irrinunciabili per avviare la trattativa.
In particolare il M5* non gradiva che ci fosse nella convergenza politica in gestazione l'altro partito di Cdx Forza Italia per cui Il PdR, dichiarò che il Governo uscente diretto da Gentiloni non poteva continuare ad occuparsi di gestione ordinaria, proprio perchè l'Italia aveva impegni importanti in calendario e non era pertanto corretto che questi temi fossero affrontati da un governo espresione di una maggioranza parlamentare che non c'era più.
Pertanto proponeva la nascita di un governo neutrale che si occupasse di portare il paese alle elezioni anticipate a fine estate e nel caso di fiducia almeno ad anno nuovo, segnalando che vi era coumque l'impegno da parte del PdR e del nascente Governo, di "far posto" ad un governo politico espressione del voto del 4 marzo se l'intesa politica in progetto si fosse nel frattempo realizzata.
Questo fu il primo colpo di frusta sul quale la tifoseria politica si sperticò in una serie attacchi vergognosi, che si chetarono perchè i due leaders cominciarono - se pur con una abbozzata politica dei due forni - a mettersi al lavoro sulla convergenza dei programmi da contrattualizzare.
C'è da dire che nel frattempo la macchina Italia girava a buon ritmo e sul piano finanziario gli indicatori economici come lo spread non rivelavano alcun particolare nervosismo; peraltro anche gli altri partners europei se ne stavano tranquillamente in attesa degli eventi in evoluzione.
I primi nervosismi cominciano ad emergere quando emergono le prime bozze di programma e qui comincia l'altalena non tanto perchè ci siano poteri forti che ci condizionano o vogliono condizionare il voto, ma perchè in economia aperta esistono sempre principi simili a quelli che abbiamo studiasto in fisica come il principio di gravitazione o il principio di Archimede.
Ovvero se si  parla di programmare investimenti con l'aumento del debito o di farsi scontare una parte consistente dello stesso gratis, o di nazionale una delle più grandi banche italiane, va da se che chi è in affari con noi - o lo potrebbe essere - qualche segnale ce lo da; e non è un segnale di fumo.
Resta il fatto che faticosamente e con precisione il lavoro procede e si arriva all'incarico di formazione del Governo al prof. Conte con formula del tutto nuova, ma il PdR dimostra anche qui di essere innovativo e pragmatico.
Putroppo si arriva a domenica 27  maggio e il PdC incaricato non può sciogliere la riserva e rimette l'incarico avuto qualcher giorno prima perchè il PdR Mattarella, che nomina PdC e Ministri, non reputa adatta una sola proposta fra tutte (dopo aver detto - ben prima -  al momento dell'assegnazione al Prof. Conte, che per quel dicastero era necessario un esponente politico, eletto in Parlamento).
Questa scelta è stata l'insistenza del leader della Lega Salvini che non ne faceva una questione di puntiglio, ma perchè il prescelto - prof. Savona - era un elaboratore di teorie anti euro, tema che semmasi comperte al Parlamento e alla nazione e non ad vuna maggioranza di Governo
Ne discende che sul piano internazionale una simile rappresentanza avrebbe indebolito il ruolo dell'Italia o sarebbe stato imboccato un percorso surrettiziamente, senza nemmeno averne parlato con tutto l'elettorato in modo appropriato.
Questo fatto sembra che stia da un lato imboccando la strada vergognosa delle elezioni anticipate e dall'altra un coacervo di indecenti accuse al PdR invocando pressioni di poteri forti ( o soprannaturali ?)e per finire l'accusa di alto tradimento avanzata dasl leader M5* Di Maio e l'organizzazione per il due giugno di una manifestazione a sostegno.-

La seconda mossa avviene proprio ora quando il PdR Mattarella non si scompone minimamente perchè come sappiamo convoca per il lunedi mattina il Dr. Cottarelli per un incarico di formare il nuovo governo, incarico accettato con riserva.
Questo fa imbestialire supporters e leaders della maggioranza in formazione con affermazioni asnche offensive ripetute dai loro supporters, ma evidentemente il buon senso, pur fomentando la piazza in continuazione, prende velocemente piede e già nel pomeriggio del martedi - quando Cottarelli sale al Quirinale per consultazione (ma in realtà penso avesse già l'elenco dei ministri da far vedere al PdR) - spunta un pò di cielo sereno.
La mossa ha prodotto il risultato nel rispetto del voto elettorale: mercoledìpomeriggio, dopo che il PdR con pragmatismo e signorilità ha parlato con i due leaders Di Maio e Salvini,  Cottarelli rinuncia all'incarico perchè viene riaffidato a Conte e da qui la procedura di nomina con giuramento dei neo ministri, sui quali non c'è per ora nulla da dire se non il fatto che  - Premier compreso - dai sei/otto nominati non sono parlamentari.-
Il Due Giugno - sabato - è festa della Repubblica e tutto il nuovo Governo è presente raggiante con il PdR Mattarella alla parata e ai festeggiamenti.-
Nasce quindi il governo definito del cambiamento (ma mi domando quando mai è nato un governo che non voglia cambiare quaslche cosa).
Non nasce certamente nessuna terza repubblica perchè non c'è nessun cambiamento strutturale  della nostra repubblica; non diventa nè una repubblica presidenziale, nè una   repubblica federale, ma semplicemente nasce una nuova maggiorasnza di Cdx!
Mi spiace per Salvini che con la sua irruenza coinvolgente ha pure proposto in quei pochi giorni di rasccogliere le firme per proporre l'elezione diretta del PdR, ma ha infilato una strada che è un vicolo cieco semplicistico, ma dasnnoso (intanto tiene calda la claque e ben chiaro il suo obbiettivo).
Quel che piuttosto mi sembra preoccupante è il fatto che in questi primi giorni di giugno i toni da campagna elettorale non stiano per nulla abbassandosi, anzi su qualsiasi tema la consecuzio della affermazione/sollecitazione/soluzione/azione/causa/effetto continua ad essere usata dai leaders/segretari/Ministri/vicepremier,  non rendendosi conto che così ci si tiene certo in contatto con la propria base elettorale (come se la maggioranza fosse una medaglia con due volti), ma si rischia di  mantenere aspettative che sono gia modificate; questo scientemente perchè in caso di difficoltà o insuccesso i colpevoli son già belli e pronti (sono i predecessori che tornano più comodi ).
L'altro fatto preoccupante è che il Csx nel suo complesso ancora frastornato da questi tre mesi di giravolta sull'ottovolante, non abbia ancora capito che deve sotterrrare una buona volta  tutti i suoi rancori e cominciare a costruire un modello nuovo da proporre agli italiani nei prossimi mesi, dovendo pensare a bloccare questa emorragia continua e a preparare sia il ruolo dell'opposizione (opposizioni sarebbe meglio visti i risultati delle elezioni parziali post 4 marzo) che la preparazione alle prossime elezioni europee nel 2019.
Di materiale a disposizione ce n'è parecchio poichè dalle prime bozze di cambiamento che vorrebbe presentare questo Governo emergono soluzioni poco efficaci per cause esterne (migrazione)o per scelte di bilancio che non porterebbero risultati sperati (pensioni,  reddito di cittadinanza).-

mercoledì, maggio 30, 2018

FOLLIE DI (CERTA ) POLITICA ITALIANA

Fra qualche giorno saranno tre mesi dalla conclusione del voto dalle politiche italiane; nonostante vi siano dei partiti o movimenti che hanno conseguito risultati sorprendenti, nosostante due di questi abbiano cercato con molta fatica una lunga marcia di avvicinamento per costruire una convergenza di programma, tutto si è arenato per forzature incomprensibili a prima vista, per impedire la nomina di Presidente del Consiglio e dei vari Ministri.
Intanto c'è da dire che che i processi di formazione di convergenze politiche e programmatiche nonostante i nuovi competitors (o presunti tali  visto che la Lega ha partecipato con parlamentari e ministri al governo della Repubblica sin dal 1994 !) non possono e non sono cambiate anche se processi del tutto simili sono stati definiti con toni dispregiativi, perchè fatti da altri soggetti politici.
E questo fatto già dovrebbe far sollevare l'attenzione di coloro che hanno votato Lega e M5* poichè diventa assai puerile aver professato teorie del tutto nuove, ma poi trovarsi a confrontarsi come qualsiasi altra coalizione del passato.
E una coalizione quella nascente (se ce la farà) rafforzata da un contratto, ma vediamo quale forza giuridica ha se già al primo scoglio o aspertità il processo di formazione del nuovo Governo si arena.
Ci sono poi un paio di elementi che precedono tutti gli altri e  che, lo riconosco, non è facile rispettare.
Il primo riguarda il fatto che è troppo semplicistico addossare al prossimo tutti i malanni del mondo e nello specifico sobillare e frastornare i proprio sosternitori con informazioni false.
Questo è  successo molto spesso nell'altimo quarto di secolo e il risultato è stato che le cause denunciate non centravano nulla, che le soluzioni dovevano esser altre, ma nel frattempo il battage pubblicitario ha perlomeno alterato la realtà. Oppure a creato veleni difficili da combattere.
Il secondo riguarda le regole generali e le conseguenti procedure da seguire per attuare l impianto di un Governo, procedure che sono strettamente legate alla struttura di uno Stato.
Questo significa che in una repubblica parlamentare come la nostra ogni istituzione ha il suo ruolo e compito per cui il potere legislativo appartieno al Parlamento, anche se le iniziative legislative possono essere proposte dai cittadini, nel rispetto delle materie consentite e nei modi previsti.
Ne discende che queste possono anche essere  ampliate o ridotte, ma non si possono tirare in ballo nuovi elementi a proprio piacimento, a proprio uso e consumo, e ancor meno surrettiziamente durante una azione politica ordinaria.
E evidente che le regole devono essere pre-scritte con uno strumento unico come la Costituzione e le modifiche, esclusi i principi  generali, possono essere mutate con procedure che evitino colpi di mano da parte di chiunque.-
Il Potere esecutivo è assegnato al Presidente del Consiglio e al Consiglio dei Ministri che sono nominati dal Presidente della Repubblica che se ne assume la responsabilità difronte allo nazione.
Più precisamente l' art. 92 della Costituzione parla di nomina del PdC (al quale precedentemente ha dato incarico di formare un nuovo Governo) e dei Ministri proposti dal PdC.
Quindi tutta la caciara sollevata in pochi giorni (da domenica scorsa) non ha lo scopo di denunciare una forzatura da parte del PdR, ma semplicemente di attribuire colpe ad altri mentre le incapacità dei due partiti/movimenti è quella di non aver capito come funzionano le procedure.
Non basta scegliere un nome perchè questo sia automaticamente nominato; occorre sia adatto al ruolo che gli viene assegnato, e la valutazione spetta al PdR, non agli elettori.
Questo non sarebbe comunque cosa di per se grave, se le azioni politiche scriteriate non producessero effetti gravi per tutti gli italiani.-
Già con la presentazione delle prime bozze di programma alcune proposte o temi hanno cominciato a far accapponare la pelle al Mercato, ma già riemerge il "vizietto" di tirar in ballo i soliti manovratori oscuri, mentre invece la situazione finanziaria si può aggravare perchè al programma di aumento del debito dello stato viene evidente che chi lo sottoscrive vorrà esser pagato di più.
Naturalmente domenica 27 maggio con la rinuncia dell'incarico da parte del PdC incaricato la questione si è aggravata, ma sono partiti subito (anzichè gli atti di pentimento) un attacco al PdR e  a tutto il mondo cercando di scaricare la propria inconcludenza.
Inconcludenza che da veramente alla testa, che crea confusione e ostilità manovrate contro una parte degli attori, perchè mentre subito dopo il PdR procede nella sua azione per dare un Governo al paese, o portarlo velocemente a nuove elezioni,  escono le iniziative o le "annunciazioni" più strampalate.
Segno di una confusione mentale, o forse rientranti come spesso in passato in una strategia che fa fare scelte discutibili, attribuendone però la responsabilità ad altri.
Nella pratica chiedere la messa di stato di accusa non sapendo nemmeno leggere l'art. 72 della Costituzione, mentre intanto il malumore sconsiderato monta tutto a vantaggio di chi ha lanciato l'accusa (ritirandola due giorni dopo per ritornare al tentativo di costruire un nuovo Governo).-
Come una campana stonata l'altro esponente della strana maggioranza lancia editti ed enuncia per capitoli come tavole della legge, le sue idee di cambiamento, compresa quella di passare alla nomina diretta da parte degli elettori del PdR.
Anche qui non rendendosi conto (o forse si avendo lo scopo di mantenere alta l'attenzione sulla sua azione) che l'elezioni diretta significherebbe attribuirgli poteri  decisionali ancor più forti di quelli che già ha, appioppandogli per di più anche qualche compito esecutivo e/o legislativo.-
E tutto questo pensando di riequilibrare i poteri dello stato con un giro di telefonate, anzichè con strumenti legislativi appropriati. O sperando che alla prossima elezione del PdR possa uscire un nominativo compiacente (non gradito perchè le regole della sua azione gliele da la Costituzione ).
Nel frattempo la macchina avviata dal PdR già domenica sera  e che, penso, fosse  già pronta al passo successivo già nel pomeriggio del 29 c.m., è li che batte il passo con il Prof. Cottarelli , in attesa doverosa che ulteriori sviluppi facciano  rinsavire questi torelli scastenati.
Ma qui riuscire a capire che strada verrà intrapresa, alla faccia dei citttadini che hanno tempo di seguire, è cosa ardua intanto perchè le notizie flash escono a raffica, e poi perchè sono distanti o divergenti e cambiano ad horas.
Al momento sembra ci siano possibilità di riprendere la costruzione della maggioranza che stata curando il prof. Conte, senza  inserire nel Governo nascente personaggi che possano contraddire gli impegni internazionali dell'Italia, ma non sdi comprende ancora per bene in che  modo poichè Lega è disposta ad un governo che programmi le elezioni in autunno per superare i momenti critici, mentre M5* vorrebbe elezioni in estate a dimostrazione che le motivazioni non sono quelle di fare gli interessi degli italiani ma i propri.
Naturalmente come sottofondo il malcontento contro chi non centra nulla in tutto questo cresce perchè è tutto matreriale propagandistico che può tornar comodo nei prossimi confronti elettorali.
Staremo a vedere che futuro imminente ci riserveranno questi attori politici del cambiamento.-

lunedì, maggio 28, 2018

LA POLITICA DELL ANNUNZIAZIONE CONTINUA

Dopo oltre due anni riprendo a scrivere su un tema di politica interna estremamente importante per rappresentare il voto espresso dagli elettori ed il governo del paese alle ultime elezioni 2018.
Segnalavo nel gennaio 2016 il pericolo di usare tecniche di comunicazione da pubblicità commerciale da network o affermazioni esasperate su temi importanti quanto delicati.
Purtroppo l'azione e l'agire politico di molti partiti e movimenti italiani si è mantenuta- e continua a mantenersi - su livelli parossistici, incuranti dei danni che tale agire possono provocare a chi li sostiene.
Un esempio lo abbiano visto nel Pd dove il Governo Renzi ha personalizzato oltremodo una eccellente riforma costituzionale giungendo ad un referendum, posto però come un "o la va o la spacca ", prestando quindi il fianco a tutti coloro che erano interessati per liquidare il premier.
Naturalmente l'operazione ebbe successo, ma chi spregiudicatamente aveva pensato di anticipare la fine della legislatura rimase scornato perchè il Parlamento confermò la fiducia al Governo Gentiloni, il quale felpatamente ma in modo eccellente ci ha portato fino alla fine della legislatura, senza tanti scossoni, affrontando  temi importanti e scabrosi risolvendoli in modo largamente accettabile.
Prova ne è che tale Esecutivo ha predisposto il "trasloco" solo in questi giorni, ad oltre 80 giorni dalle elezioni politiche che hanno modificato gli equilibri parlamentari.
Tutto questo non certo per presunti colpi di stato, ma per precisi obblighi e prerogative del Capo dello Stato., il quale in rispetto della Costituzione se verifica l'esistenza di una maggioranza, ed indicazioni di un possibile nuovo Esecutivo, procede negli incontri istituzionali sino alla creazione di un nuovo Governo.
Questo peraltro si è sempre verificato nella nostra storia parlamentare, e solo se non ci sono stati elementi di una maggioranza certa, si è proceduto allo scioglimento delle Camere e ad elezioni anticipate.
E' naturale che tutto questo non può avvenire nel silenzio più assordante e che quindi ogni partito o movimento avanzi sue proposte, ma quando si aggrava la "politica dell' annunciazione" si possono innescare reazioni interne, ma soprattutto esterne, incontrollabili con effetti inprevedibili.
Mi raccontava un amico esperto di marketing che la pubblicità serve a far emergere il cosiddetto "segnale debole" ovvero una necessità latente non soddisfatta sino a quel momento da proposte credibili.
Ebbene in questi ultimi anni abbiamo sentito affermazioni urlate oltremodo su temi delicati che non servivano assolutamente a trovare presto e bene una soluzioner ad un dato problema, ma semplicemente a raggranellare una claque sempre più costistente da utilizzare alla prima favorevole  occasione come in effetti è avvenuto.
A solo titolo di esempio rammento la legge sullo jus soli cavalcata come una tigre da addomesticare dalla Lega facendo credere che tale norma avrebbe accellerato il flusso dei migranti, mentre invece si riferiva a figli di migranti regolari o regolarizzati, nati in Italia per i quali esiste già una legge che gli consente lo status di cittadino italiano su sua richiesta dupo il compimento del 18mo anno d'età.
Si trattava quindi di ridurre a non meno di 5 anni dalla regolarizzazione il riconoscimento della nazionalità itasliana, ovvero in soldoni a circa la metà dell'attuale legislazione (il migrante deve arrivare, deve regolarizzarsi nel frattempo per il figlio/i nati scatta il tempo che riguarda mediamente all'anno 80 mila stranieri, europei inclusi).
Ma poco importa:  il tema, delicato peraltro, tornava comodo per aggacciarci tutti i fenomeni negativi che la migrazione e l'allargamento delle frontiere comportano tuttora, aggiungendo che i veri motivi non sono stati affrontati per tutto questo bailamme, ma utlissimi per costruirci sopra una nuova campagna elettorale.
Ma venendo ai giorni nostri mentre il Centrosinistra cercava di galleggare senza avere il coraggio di affrontare e correggere i propri errori (e i risultati elettorali lo stanno a dimostrare) il Centrodestra e il M5* hanno dilatasto i loro slogan elettorali a dismisura con indicazioni del tutto legittime, ma che sollevavano fra molti dubbi sulle capacità e sulle coperture per realizzarle.
E' cominciata una e vera e propria fiera campionaria delle promesse e proposte proprio allo scopo di attrarre consensi e in questo senso se ne son sentite di tutti i tipi: dal trasferimento/espulsione di 600 mila migranti irregolari (Fi) alla chiusura delle frontiere, abolizione della legge Fornero e flat tax (Lega), al reddito di cittadinanza (M5*) senza indicare le coperture o se indicate, basandole su entrate del tutto aleatorie.
Non si è inoltre tenuto con di un fatto estremamente semplice e cioè che se l'obbiettivo di ogni competitore era ottenere una maggioranza plebiscitaria, andava messa in conto la possibilità di dover allearsi con qualche compertitore perchè era del tutto prevedibile che i tre blocchi elettorali emersi nel 2013 sarebbero rimarsi (ma anche fossero tornati a due le problemastiche sarebbero rimaste le stesse).
Comunque sia, il battage pubblicitario (o il tifo calcistico) è proseguito perchè il risultato ha espresso certamento un notevole spostamento del voto elettorale, ma non ha dato vincitori netti.
Peraltro i temi trattati riguardavano un ventaglio assai ampio di temi con relative soluzioni e proposte, ma non sempre queste tenevano conto delle coerenze dettate dalla Costituzione.
Infatti ci sono temi affrontabili da un governo, temi proponibili da uno o più partiti, ma ci sono temi immodificabili con leggi ordinarie, ma solo con procedure di modifica costituzionale. Infine con temi immodificabili come i principi fondamentali della Costituzione.
Da qui è iniziata la lunga marcia di avvicinamento tra le  due espressioni politiche che hanno conseguito più voti (Pd a parte) cioè M5* e Lega e ci è voluto il suo tempo (circa due mesi) per giungere al progetto di programma su cui accordarsi (il contratto è una bella trovata ma ha effetti civilistici non applicabili agli accordi politici).
In quella occasione il Presidente Mattarella - che non è un notaio ma il garante della Costituzione - indicò una possibilità ai due leader, Di Maio e Salvini  - per non lasciare il governo del paese espresso da una maggioranza parlamentare largamente ridimensionata il 4 marzo 2018 - di costruire un governo super partes che gestisse le opere in programma sia a livello interno che internazionale portando il paese ad ordinate elezioni il prossimo anno, con l'intesa però che se il due partiti avessero trovato nel frattempo un programma comune, il Governo emergente avrebbe sostituito quello di nomina Presidenziale per completara quindi la legislatura.
I due leader chiesero, ottenendolo, ancora tempo e alla fine, faticosamente, giunsero ad un accordo, sancito da asssemblee o consultazioni con i propri iscritti.
Ma la doverosa pazienza del Presidente Mattarella non era finita perchè nella coalizione vi era l'empasse per la nomina del candidato premier risolta con l'indicazione di un professionista non parlamentare e accettata dal PdR.
Faccio notare che sino a questo punto nessuno, dico nessuno ha contestato alcunchè sull'operato del Presidente Mattarella,  ne per atti ne per fatti e tantomeno per forzature sul suo ruolo istituzionale.
In quel frangente il PdR ha però ribadito e suggerito due cose al premier incaricato (del tutto legittime) primo che voleva un governo chiaramente politico (avrebbe preferito un esponente di uno dei due schieramenti) e che avrebbe dato indicazioni precise sulle caratteristiche, politiche, dei prerscelti nel dicasteri più delicati (economia e finanze, esteri, e sviluppo industriale).-
Il presidente incaricato Conte ha trovato resistenza nell'indicare un politico al MEF (a dimostrazione che anche il governo del cambiamento segue iter formativi analoghi a quelli precedenti), e questo come anzidetto non ha trovato l'assendo del PdR.-
E così tutto lo sforzo speso si è trasformato in una debacle sulla quale visto l'atteggiamento di comunicazione verbale e politici di Lega e M5* si sta trasformando in un qualche cosa di inverecondo.
La prima cosa è l'interpretazione e lettura della costituzione che trasformano ruolo e peso politico del PdR Mattarella (preceduto perraltro da altri illustri eventi simili sin dalla presidenza di Sandro Pertini)a proprio piacimento con le quali si cerca di stravolgere l'art.92 della Costituzione: quando si dice "su proposta" significa che il PdC propone una lista che deve essere accettata, non è quindi una "indicazione" che potrebbe crerare incertezze sul ruolo del proponente e dell'accettante (che risponde allo Stasto del suo operato).
La seconda è costituita dallo schiamazzo da tifo calcistico che non attacca come sarebbe logico chi ha cercato di forzare la mano del PdR (Salvini), ma chi ha fatto semplicemente (e penso con grande sofferenza)il suo dovere.
La terza è che passando il tempo anzichè chetarsi gli animi, questi si irritano sino al punto di perdere il lume della ragione come in una rissa da pub. Non mi meraviglio perchè per trener alto il consdendo ottenuto bisogna alzare, con continui rilanci, la posta non accorgendosi che poi sarà ben difficile mantenere o fare quel che si urla sempre di più.
Nel frattempo chi ha ben chiaro quali sono i suoi compiti - il PdR Mattarella -  procede con i passi necessari ritornando alla proposta originaria del governo super partres per portare il paese alle elezioni in modo ordinato.
Tutto questo fa imbestialire ancor di più i torelli scatenati perchè verrebbe prescelto il Dr: Cottarelli giaà utilizzato dal Governo Renzi per la verifica della "spending review".

martedì, gennaio 26, 2016

FATE ATTENZIONE ALLA POLITICA DELLA ANNUNCIAZIONE !

Rubo questo titolo ad un vecchio sketch de La Smorfia nel quale Lello Arena con il suo cadenzato "annunciazzionee,  annunciazzionee!" presentava l'apparizione di Massimo Troisi che impersonava la Madonna con un semplice velo celeste sul capo e sulle spalle.
Ebbene la nostra politica beneficia da almeno 22 anni delle annunciazioni dei vari leader politici che preannunciano novità che poi bene o male si concretizzano.
Talvolta qualcuno si dolse - Berlusconi - di non aver informato l'opinione pubblica adeguatamente di quanto fatto e qualche volta assunse un vero e proprio "contratto con gli italiani" che dimenticò poi di "spuntare".
Più recentemente la tecnica della annunciazione si è manifestata più volte con altri leader politici come Renzi che la utilizza come vero canale di comunicazione appunto.
 Una vera tecnica del tutto simile a quella pubblicitaria che può presentare spesso se tirata all'eccesso degli effetti contro producenti; dei veri e propri boomerang e molto spesso ci si dimentica di farli notare adeguatamente .
Quel che si sta verificando in questi ultimi tempi però è il fatto che questo fenomeno dell' annunciazione viene utilizzato in moto troppo disinvolto sino a creare dei veri falsi ovvero dei veri stravolgimenti della realtà soltanto allo scopo di trarne vantaggio immediato in termini di sostegno e consenso politico, e lasciando strascichi che stravolgono la realtà e la convivenza civile.
Forse perchè gli slogan che li hanno portasti alla ribalta non possono più esser riutilizzati o perchè ne occorrono di nuovi perchè quelli storici non si son dimostrati efficaci.
Tra questi emergono senz'altro Matteo Salvini coon la Lega e il M5S (movimento grand hotel) con i  suoi principali esponenti, Grillo in primis.
Al riguardo di querst ultimo mi domando spesso che differenza c'è tra un suo comizio e un suo spettacolo teatrale ?
In sostanza si parte molto spesso da una notizia, la si dilata oltre misura mettendo a fuoco un particolare e lasciando perdere il contorno tutto per attrarre l'attenzione ed il consenso conseguente, coronato dalle rimostranze di chi legge la notizia magari attraverso i principali media e social blogs.
Per la verità c'è un illustre precedente - parliamo in qursto caso di carta stampata - che occorse al direttore di un quotidiano di area cattolica che fu attaccato da un altra testata che pubblicò documenti accusatori rivelatisi poi dei veri falsi ( Scandalo Boffo ), ma qui gli eventi non sono di quella gravità se non quella di crearsi consensi e conseguenti malcontenti in modo artificiale, subdolo, sotterraneo, tanto da "inacidire" pian piano  proprio i rapporti nella collettività.
E di casi qui ce ne sono a iosa, laddove appunto si parte da un fatto, lo si dilata,  si monta come dico spesso  "la majonese" (o si mena il torrone se preferite) per creare reazione verso questo o quel politico precedentemente messo nel mirino.
L'obbiettivo è attaccare il Governo ? O il Premier ? ed ecco un fatto che può tornare comodo al bisogno.
Si badi bene il mio interesse non è difendere un partito o un leader, ma denunciare comportamenti che possono stravolgere la cosa più preziosa: l'informazione.
Da qualche giorno si parla di una fantomatica "audi gialla" (rubata a Malpensa il 26 dicembre ?) che scorazza nel nord est i cui occupanti commettono rapine e viaggiando contro mano  (addirittura spaventano una automobilista sino a farla morire dallo spavento) e  comincia il coinvolgimento del pubblico che attraverso che so Face book, si mette alla ricerca  del terzetto di rapinatori; appaiono delle foto, sono di soggetti stranieri (albanesi?), la Lega e Salvini montano un bel battage su sicurezza, migranti, incapacità delle autorità al rispetto delle regole e a trovare quest'auto che viene vista un pò ovunque; insomma un bel fatto succulento per sostenere le proprie tesi e i propri slogan che ben conosciamo, ma poi tutto si squaglia  come la neve al sole: la foto è vecchia di un anno e non si sa chi l'abbia tirata fuori, due dei due soggetti non sono in Italia (uno è addirittura in  carcere nel suo paese) ed il terzo, clandestino, si costituisce per scagionarsi ,a Torino, dimostrando che di audi gialle non ne ha mai maneggiate; infine la macchina introvabile, com'era intuibile viene trovata bruciata sempre nel nord est.
E di fatti del tutto assimilabili se ne possono citare molti altri.
L'altro giorno leggo un post su face book segnalatomi da un amico stilato da una alta carica del Parlamento nel quale questi  afferma che al parlamento Europeo a Bruxelles si è deciso di mandare in soffitta il made in italy a causa della decisione di consentire l'importazione senza dazio di olio d' oliva dalla Tunisia.
Questo fatto viene ritenuto grave perchè metterebbe in difficoltà l'olivo coltura del nostro sud e naturalmente parte l'accusa al partito di maggioranza, il PD ed altri partiti, di non pensare mai una volta agli interessi delle imprese italiane.
Poi appaiono i numeri: 23000 tonnellate di olio che si aggiungono alle 57000 già autorizzate ed una bella percentuale di incremento del 40% !
Vado a vedere - e nel contempo chiedo a chi ha scritto l'articolo - quanto sia la nostra produzione di olio - 500 mila tonnellate in media l'anno - e quanto siano i nostri consumi - 650 mila tonnellate, ma ovviamente non ricevo risposta (anzi noto il tentativo di far sparire il mio quesito); inoltre il primo produttore dopo l'Italia di olio al mondo è la Spagna con il triplo della nostra prtoduzione.
Nel frattempo la majonese sta montando velocemente - migliaia di condivisioni - su un fatto del tutto marginale, perchè l'obiettivo non è stato quello di denunciare un comportamento disdicevole, ma utilizzare un comportamento del tutto normale, stravolgendolo, per ottenere l'obbiettivo di trovare consenso - magari tra gli agricoltori di Puglia, Calabria e Sardegna - contro i.soggetti incriminati anche se non sono responsabili di alcun chè.
Altro fatto che calza a pennello emerso  oggi e sostenuto dal leader carismatico M5S riguarda il pagamento del canone Rai - ridotto a 100 euro l'anno - che come noto avverrà per 7/10 nel mese di luglio  (i 3/10 nei mesi a seguire)attraverso la bolletta elettrica e, lo dico prima a questo punto, l'obiettivo è attaccare il Governo per trovare consenso tra gli evasori che fini all'anno scorso, non hanno mai pagato alcun canone.
Lo si vede dai consensi ottenuti su face book e dal fatto che per dilatare il problema comincia ad accusare il Governo ed il Premier che la Rai è un soggetto fascista, che l' amministrazione Rai sia nominata appunto dal Governo (la Vigilanza Rai è presieduta da un rappresentante M5S) e via di questo passo.
Insomma ancora una volta presentare un fatto a tinte fosche montando un polverone oltre misura, quasi a voler sostituire la vecchia tecnica che ha portato ai grandi risultati elettorali del 2013.
Per di più non è emerso alcun timore di pagare due volte la tassa nel caso di due enti erogatori sullo stesso nominativo!
La tecnica ormai è del tutto simile a quella della reclame dei prodotti di bellezza, alimentari o di pulizia della casa: velocità e precisione nell'indicare l'obbiettivo: vuoi indicare che il tuo bianco è più bianco che di più non si può ? Indichi che il mio non è bianco  ma grigio per cui attacchi nella fattispecie il Pd perchè alcuni suoi esponenti locali o  dipendenti di amministrazioni locali si sono dimostrate infedeli; poi accade lo stesso incidente anche a te (uno è vero ma visto che le amministrazioni son poche meglio così) ed allora comincia il piagnisteo perchè gli attaccati d'un tempo ti attaccano.
Vuoi attaccare quotidianamente il Premier ? Ecco pronto l'attacco di oggi "" Renzi riceve il premier iraniano che ha condannato all'impiccagione gli omosessuali " e poi giù l'articolo del quotidiano on line che parla del tema della pena di morte in quello stato, ma non nei termini che ci si potevano attendere dal titolo.
Certamente la notizia fa il suo bel effetto ma è imprecisa, parziale, truculenta ed improvvida.
Certamente utilizzare un fenomeno, quello delle condanne a morte nel mondo e in Iran in particolare per avvantaggiarsi politicamente mi sembra un bel ladrocinio; toccare le tipologie dei condannati dimenticando che numericamente sono molti di più  (gli omosessuali ? e gli altri che sono ?) - circa un migliaio nel 2015 -  parecchio improvvida.
Dimenticare che effettivamente questa visita è imbarazzante per tutti ma anche  necessaria visto che deriva da una fase di recenti accordi internazionali relativi agli armamenti nucleari è fatto importante, come estremamente distratto appare il fatto - e non se ne capisce la ragione recondita - di non dire che questo premier iraniano è stato ieri ricevuto dal nostro Capo dello Stato ed oggi oltre che dal premier è stato ricevuto dal Papa.
In sostanza il M5S dando la notizia in quel modo dove vuol andare a a parare ? Sembrerebbe che lo scopo sua sia quello di mettere semplicemente in cattiva luce il Premier per interessi di bottega M5S ovviamente, non certo per onor di cronaca !
Ecco di casi simili occorrerebbe appuntarseli ogni giorno per poi analizzarli e valutarli, ma è certo che i canali di informazione, soprattutto i media informatici come i social net work e i giornali on line sono un canale formidabile di comunicazione per la velocità con cui ci informano, ma occorre mantenere fortemente il proprio senso critico, perchè ritengo molto facile che si possa venir influenzati sugli eventi anzichè correttamente informati, lasciando poi a noi le nostre conclusioni, non quelle preconfezionate da chi vuole stravolgere la comunicazione.

lunedì, dicembre 14, 2015

MACCHE' BANCHE : RISPARMIATORI SALVATI !

L'intervento per decreto che regola il la nascita di un fondo interbancario apposito per le quattro banche locali è impropriamente definito "salva banche" perchè in realtà non salva proprio per niente le quattro banche in crisi, ma semplicemente quasi tutti i suoi clienti.
Le quattro banche peraltro già commissariate da tempo dalla Bankit sono state messe in liquidazione(e gli amministratori mandati a casa), ma precedentemente sono state svuotate di tutti i loro attivi (prestiti alla clientela in bonis) e tutti i loro passivi (ossia deposito il c/c, depositi a risparmio, certificati di deposito ed obbligazioni ordinarie emessa dalla basca stessa) che sono tutti confluiti nelle nuove banche che hanno rilevato pure il marchio.
Sono stati trasferiti alle nuove società pure tutti i valori amministrati per conto dei clienti (ossia titoli di stato e  azioni , fondi, polizze emesse da terzi).
Naturalmente i soliti maligni ci vedono l'affare che che andrebbero a fare le banche che hanno scucito 2,7 mld di euro poichè poi se tutto va bene le rivenderebbero poi  a maggior prezzo ...
Sono rimaste invece nelle società "fallite" le azioni e tutti i titoli parificati come le obbligazioni subordinate, convertibili ecc. che costituiscono il cosiddetto capitale di rischio oltre ovviamente ai crediti incagliati o a contenzioso il cui ammontare, evidentemente abnorme, è la causa principale dello stato di crisi.
Quindi chi ora schiamazza per pura convenienza politica (per mettere il bastone fra le ruote in buona sostanza), ma a sproposito (sfruttando anche casi drammatici di questi giorni) tralascia di affermare che i risparmiatori di queste quattro banche, circa un milione di persone ,  sono stati salvati dal decreto tanto vituperato insieme a circa 200 mila aziende affidate.
Perchè deve essere chiaro che quando una banca va in bancarotta, non esistendo più il bail out, i rubinetti del credito si chiudono perchè non è più possibile che banche più solide rilevino le banca in crisi sostituendosi quindi nelle ragioni di credito (crediti concessi) e in quelle di debito (raccolta di qualsiasi tipo ed azioni ed similia) e vengono pertanto chiesti in dietro i denari prestati.
Per cui affrontare il problema che coinvolge una delle "materie prime" più usate al mondo, il denaro, in modo così avventato  ( torna comodo  attaccare quel politico o quel ministro a prescindere dal suo operato) può provocare reazioni a catena ingiustificate che posso portare a conseguenze impensabili.
Il problema rimasto sul tappeto, ma che esisteva latente comunque sia ben chiaro, riguarda non già gli azionisti (che già non è poco), ma circa 10.500 obbligazionisti subordinati perchè dalle proteste che emergono (a detta anche di coloro che cavalcano le disgrazie altrui per pure conveniente politiche) si potrebbe supporre che molti di questi abbiano investito risparmi in prodotti per i quali non era ben chiaro il livello di rischio, ovvero non gli era stato spiegato per bene (sono esclusi altri  2500 circa obbligazionisti che hanno acquistato detti titoli sul mercato secondario).
Ricordiamoci sempre comunque che il rischio negli investimenti c'è e esisterà sempre in qualsiasi investimento si vada a parare; se non si rischia sul capitale (ma anche a tener contante in tasca si può raccattare una banconota falsa o farsela sfilare dal portafoglio) si rischia sul suo rendimento.
Ovvero il livello del rendimento è diretta espressioni del rischio che si va ad assumere  secondo i principi logici: "più  lungo è il tempo più alto è il tasso" e "a parità di tempo è più rischioso il tasso più alto"
Ma ritornando ai fatti c'è da ritenere quindi che il salvataggio dei risparmiatori vada allargato anche agli obbligazionisti subordinati, nei casi in cui sia comprovata l'innocenza e magari sia ravvisata una "forzatura" da parte degli operatori bancari.
Qui le formule si precano, ma se è certo che la danza la debba condurre il Governo, è altrettanto certo che non può essere il Governo a finanziare anche questo intervento.
Rendiamoci comunque conto che gli strumenti per evitare di proporre prodotti inappropriati per i semplici risparmiatori esistono, ma sono dei profili articolati ed anche ferragginosi (son tra coloro che sostiene che ad essere troppo puntigliosi nello spiegare, si corre il rischio di non farsi intendere per nulla), son  soggetti alle variazioni che scaturiscono sia dal cambiamento dei rischi dei titoli già in portafoglio sia dalle nuove intenzioni di investimento che possono, se consapevolmente scelte, modificare il livello della propensione al rischio di ogni singolo risparmiatore.
Escludere l'acquisto di obbligazioni subordinate mi sembra una forzatura poichè significherebbe che un risparmiatore non può nemmeno comperare una azione.
Caso mai si dovrebbero marchiare sin dalla nascita con classi di rischio - sia nel capitale che nel rendimento -  ben chiare e riconoscibili in qualsiasi momento della vita del titolo e che i profili di rischio, bloccanti , non possano essere variati facilmente in breve tempo (non manipolabili).
Occorre poi fare una grande riflessione su quanto è avvenuto in questi ultimi 20 anni nel quadro del sistema bancario europeo poichè sino alla metà degli anni 90 il Sistema in Italia in particolare godeva di una auto protezione derivante (come cito nel precedente mio articolo) da vincoli sul tipo di attività creditizia in riferimento sia alle varie forme di raccolta, sia alle varie forme di impiego.
Queste ultime in particolare indicavano i tipi di operazioni riservate soltanto a poche grandi banche e vi era una netta separazione tra banca commerciale e banca finanziaria, mentre oggi tutti possono far tutto ed ovviamente grandi operazioni in piccole banche territoriali possono dare lustro certamente al management, ma come vediamo aumentano ancor più i rischi di credito in modo esponenziale; ne bastano poche, magari sollecitate da amici degli amici, che, andando a male, mettano a gambe all'aria queste banche e nei guai i loro clienti (imprese o risparmiatori ).
Un'altra cosa che rende ancora fragile il nostro sistema bancario deriva dal fatto che a questo cambiamento "operativo" non ha fatto seguito un completo cambiamento strutturale delle banche.
Le banche d'interesse nazionale e quelle di diritto pubblico son state privatizzate, le casse rurali si sono aggregate soltanto, ma le banche popolari e le casse di risparmio (le più piccole) non si son trasformate in spa pur quotandosi (non tutte però) in Borsa.
Se ci si pensa è una contraddizione in termini: si mette in quotazione un titolo il quale non possiede singolarmente il diritto di voto (espressione del diritto di proprietà di un pezzettino della società bancaria) perchè questo spetta al titolare di tutte le azioni a lui intestate (diritto e voto capitario).
Memorabile fu nel 1999 la condizione di preventiva trasformazione in spa della Banca Agricola Mantovana (società quotata) imposta da Banca Mps per effettuare la sua offerta pubblica d'acquisto.
L'anno scorso l'attuale Governo dispose la trasformazione in spa delle 8 più grandi banche popolari (quotate e non) e se ci ricordiamo bene ci fu parecchia maretta costituita dai ricorrenti attacchi al Governo appunto accusandolo delle più bieche intenzioni.
In realtà queste decisioni avrebbero dovuto essere prese molto prima viste le decisioni prese a livello europeo se mal non ricordo nel 1993!
Mal nel 1994 era sceso in campo Berlusconi, liberale a parole, seguito  da altri governi e coalizioni più o meno solide e durature e del fatto nessuno se ne occupò (anche perchè toccare tasti così delicati significava farsi tanti nemici).
E' vero che le banche popolari et similia sono espressione del territorio ed al territorio si devono correlare, ma è anche vero che quando queste banche hanno migliaia di sportelli sparsi in tante regioni anche lontane, migliaia di dipendenti e fette di mercato a due cifre è un pò difficile sostenere che non siano operativamente diverse dalle spa un pò più grandi e che quindi i soci debbano essere messi al corrente  e poter scegliere e valutare  in modo trasparente ogni giorno.
Peraltro abbiamo visto che anche con strumenti trasparenti di informazione avvengono comunque operazioni che dimostrano il loro rischio solo ex post.
In realtà la ritrosia, soprattutto delle banche  non quotate, al gran balzo lo spiegherei con il fatto che si andrebbe a perdere il voto capitario (per cui cui chi ha più azioni conta di più) simbolo di un egualitarismo societario che non produrrebbe selezione negli uomini, nelle strategie e nelle azioni.
Ovvero, malignamente, si potrebbe pensare che che certe valutazioni siano pilotate e quindi non corrispondano alla realtà.
Del resto queste scelte del 1993 portano appunto anche al "bail in" dall'anno prossimo e non vorrei che queste fragilità non fossero del tutto sistemate e dovessimo incontrare altre situazioni critiche.
Infatti tutti coloro che attaccano il Governo per le sue scelte e in queste ultime ore invocano pure dimissioni (sic) sembrano non sapere che dal 2016 anche i possessori di obbligazioni normali in caso di dissesto bancario potrebbero esser chiamati in parte a rispondere ad eventuali perdite.
Per il nostro sistema bancario  passa quasi tutto il denaro necessario per il credito a privati ed imprese e questo denaro è costituito da depositi a risparmio, conti correnti e obbligazioni  ordinarie appunto(oltre che ai titoli di Stato e in misura minore da polizze assicurative, fondi ed azioni et similia) e se si considera rischiosa oltre misura quest'ultime mi domando che effetti ne deriverebbero per la nostra economia (che dipende molto dal credito bancario) e che  cosa possa mai garantire il Fondo interbancario poichè il denaro liquido viene tenuto dai risparmiatori in minima parte (le uniche possono essere le società medio grandi) e quello più usato, l'obbligazionario puro,non sia garantito.
Quindi è forse il caso che si solleciti piuttosto il Governo ad affrontare questo problema,  cercando di far modificare il paniere di raccolta da proteggere, anzichè infilarsi in sterili ed inutili diatribe buone solo a sollevare polveroni e a esacerbare gli animi.
Questo significa che si debba far garantire anche questo tipo di obbligazioni dal Fondo, ma questo, deve essere ben chiaro a tutti, influirà certamente sui rendimenti dei titoli stessi (l'assicurazione la paga l'assicurato di solito) e in un tempo di tassi bassissimi questo certamente non ci farà saltar di gioia.

martedì, novembre 03, 2015

LA LUNGA MARCIA DAL BAILOUT AL BAILIN

Si sente parlare ormai da qualche settimana di novità nel mondo del risparmio bancario che potrebbero creare veramente delle reazioni da parte degli investitori incontrollabili.
Son rimato perplesso se dire al riguardo la mia idea o starmene zitto; ma visto che non ho poi un gran seguito ho deciso di analizzare questo fenomeno nascente, fosse anche soltanto abbaiare alla luna.
Il nostro sistema bancario, ancorché un po' vetusto, sino a pochi lustri or sono poggiava su principi incrollabili ovvero che il primo compito di qualsiasi banca, grande o piccina che fosse, era quello di raccogliere risparmio nelle sue varie forme (breve, medio e lungo termine)e da qui, nelle quantità indicate anno per anno dalla Banca d' Italia, impiegare parte di esso nelle modalità varie di credito concesso ad aziende e privati a breve, medio e lungo termine.
Per la banca quindi strumenti di raccolta primaria erano i ben noti, conti correnti, depositi a risparmio, certificati di deposito, cartelle fondiarie e da ultimo le obbligazioni ordinarie e le polizze di capitalizzazione.
Questo principio di curare in primis la raccolta primaria, non è mai decaduto sia quando il nostro sistema economico ha incrociato un ventennio di alta inflazione ed alti tassi di interesse, sia quando vi sono state situazioni di crollo di produzione e domanda interna.
Addirittura la Banca d'Italia ha attuato politiche anti inflazionistiche a tal punto che imponeva al Sistema bancario italiano di impiegare meno di quello che era il tasso di inflazione del periodo, per restringere quindi la massa monetaria e combattere appunto l'inflazione.
Dalla crisi petrolifera del 1973 per combattere l'inflazione a due cifre, che so del 20%, imponeva per quell'anno che gli impieghi aumentassero non più del 3% cercando così di "raffreddare" l'inflazione.
In questo quadro quando si presentava una situazione critica in una certa banca, ecco che scattava quello che oggi chiamiamo il "bail out"; ovvero un'azione di intervento diretta dalla Banca d'Italia da parte di una o più banche in buona salute che intervenendo salvavano sia i depositi che gli impieghi (al netto ovviamente di quelli che spesso avevano creato i dissesti).
Nella mia vita lavorativa ho visto salvare alcune banche da parte di banche più grandi e solide che avevano situazioni veramente indigeste, salvando i denari dei risparmiatori e dei prestatari inconsapevoli.
Certamente questo è stato un grosso sacrificio, ma obiettivamente veniva chiesto a rtagion veduta e si trasformava dopo pochi anni in una redditizia opportunità per il soccorritore.
Inutile dire quindi che il Sistema bancario poggiava quasi esclusivamente su banche commerciali e ben poco su quelle finanziarie e d'affari (ricordo soltanto Mediobanca e Imi ) dove certamente contava il patrimonio (capitale sociale, riserve ed utili indivisi), ma contava ben di più la struttura, ovvero il rapporto equilibrato tra le varie forme di raccolta e le varie forme di impiego con il principio incancellabile che questi ultimi fossero una parte dei primi e che questa percentuale fosse determinata anno per anno dalla Banca d'Italia (nei tempi di alta inflazione accanto al tasso ufficiale di sconto al 25,00%, le banche italiane potevano impiegare non più del 52, 55 o 60% !).
Tutto ciò stava a dimostrare che il nostro sistema, ma anche in buona parte quelli degli stati europei, era un sistema lento e per nulla dinamico per cui un cambiamento diveniva sempre più necessario visto che i mercati chiedevano sempre più aperture e agibilità e conseguentemente anche i capitali, merci e servizi in un Mercato sempre più globale, chiedevano di circolare con più libertà.
Certamente il Sistema bancario ha incominciato a modernizzarsi velocemente ed è incominciata l'era delle privatizzazioni che avrebbero aperto i capitali delle banche a nuovi soci e la competizione avrebbe chiesto maggiori azioni di sviluppo ed economicità, nonchè un allargamento progressivo ed inarrsetabile della offerta di prodotti e servizi.
Questo ha implicato l'apertura anche ai privati imprenditori oltre che piccoli risparmiatori, ma ha sollevato il quesito su che tipo di sistema bancario occorreva sostituire a quello esistente che separava nettamente gli affari finanziari da quelli commerciali.
E qui si commise il primo grande errore; quello di scegliere (siamo già nei primi anni '90) su proposta tedesca, il sistema misto per cui le banche si sarebbero trasformate in banche "tuttologhe" con il grande rischio di perdere sia il background della banca commerciale che non imparare adeguatamente quello delle banca d'affari.
Quello ancor più grave fu portare in secondo piano il sacrosanto principio della proporzione tra raccolta primaria e impieghi, sostituendolo progressivamente con i "ratios" di patrimonio, ovvero rapporti minimi tra patrimonio ed impieghi, in un sistema completamente mutato laddove il capitale di impresa (che partecipava al capitale delle banche e quindi al loro controllo) si mischiava con il capitale di puro risparmio depositato da privati ed imprese.
In sostanza si è favorito un mastodontico conflitto di interesse fra capitali tanto che l'aspetto strutturale ha visto stravolti i rapporti raccolta/impieghi, e si son viste nascere operazioni elaborate che hanno prodotto danni non indifferenti.
Se ben pensate il solo Governo tedesco per salvare il suo sistema bancario ha impiegato 250 mld di euro.
A mio modo di vedere la giusta scelta delle privatizzazioni doveva mantenere invece la separazione tra i due sistemi (banche commerciali e banche d'affari) perchè la crescita economica duratura di paese avviene più con il primo che con il secondo, dove i grandi investitori progettano grandi operazioni, magari di sisterma, poco comprensibili per i più!
Questo non avrebbe comunque escluso l'introduzione dei ratios patrimoniali, ma accanto a quelli trutturali.
Sempre in questi anni '90, fu costituito il fondo di garanzia a tutela dei depositi di 200 milioni di vecchie lire che garantiva i depositanti.
Con le mie premesse sottolineo che era un passo obbligato poichè non sarebbe stato possibile costituire un fondo di tal specie in un Mercato globale(ormai l'approdo del bailout si allontanava progressivamente) dove vi è un forte mobilità di capitali sia di risparmio ordinario che finanziari  per di più poggiato su un sistema bancario di tipo misto.
Resta comunque il fatto che con questa soglia e senza distinzione di forma di raccolta primaria i risparmiatori potevano star pur tranquilli.
Ma oggi, per giungere al famigerato bailin,  si è cominciato a ridisegnare il meccanismo che regola il Fondo a tutela dei depositi e qualche perplessità deve pur venire e soprattutto dovranno pur nascere iniziative che modifichino le regole prima che entrino in vigore quelle stabilite in sede Comunitaria UE .
Ben più forti di quelle che comincia ad esprimere solo ora  la Consob.
E vero che la copertura, ora di circa 100 mila euro è per persona e per banca, ma riguarda soltanto i depositi in denaro  ovvero libretti di risparmio, conti correnti e certificati di deposito, tralasciando la fetta più grande della raccolta primaria bancaria costituita dalle obbligazioni ordinarie che hanno sostituito le vecchie cartelle fondiarie (sulle quali si poggia la parte degli impieghi a medio e lungo termine verso famiglie ed imprese).
I depositi bancari delle famiglie sono mediamente contenuti e prevalentemente i depositi a vista non superano il 10% del totale dei depositi |!
C'è, per lo meno in Italia,  un enorme equivoco da sciogliere, allorquando si parificano queste obbligazioni  a quelle di altro genere (strutturate, sindacate, convertibili, subordinate, flash, ecc) sempre più simili alle azioni ordinarie o privilegiate che sono per principio le più rischiose in termine di rimborso.
Dalle disposizioni di legge, attuative di quella comunitaria UE 2014/59,invece  non si tiene per nulla conto di questa particolarità, nè si tiene conto delle polizze di risparmio ad accumulo (nuova forma gestita spesso da società di derivazione bancaria ormai da oltre 20anni )precisando che tale novità
andrebbe applicata solo sulle nuove emissioni e non su quelle magari sottoscritte 5, 10 o più anni.
In questi giorni si sentono affermazioni veramente inesatte anche se sono più utili a render l'dea di quel che ci si può aspettare.
Dico così perchè quel che si sente in giro diventa allarmismo abbastanza ingiustificato.
Innanzitutto lo stato di insolvenza di una banca fa scattare le varie procedure concorsuali previste e queste possono, in linea teorica portare anche al fallimento di una banca; questo significa che i creditori possono rischiare il denaro prestato a seconda del tipo di credito concesso che in ordine decrescente è costituito dalle azioni che costituiscono il capitale sociale, dalle obbligazioni diverse finanziarie e poi - come fortemente sostengo - dai depositi di ogni tipo e genere che superano i circa 100 euro per persona per banca.
Spesso invece ci possono essere sviluppi certamente severi, ma non così drammatici ed ecco che i rischi, soprattutto per i normali risparmiatori, si ridimensionano fortemente.
Consob dice bene (ma non affronta per il momento il mio appunto): non possiamo in tutta onestà sostenere che qualsiasi risparmiatore abbia in mano tutti gli elementi per sapere con congruo anticipo se la sua fiducia nella banca depositaria sia ben riposta o meno !

martedì, marzo 31, 2015

CARO SEGRETARIO-PRESIDENTE RENZI: NON CI SIAMO PROPRIO !

           Il risultato nella Direzione PD di ieri non può certamente far correre sonni tranquilli ai sostenitori del Partito nuovi e vecchi che siano.
Infatti l'ostinazione e le argomentazioni vere, che spiegano e dovrebbero convincere che la strada tracciata per l'approvazione della nuova legge elettorale, non sono per nulla emerse nel dibattito diieri.
Il Segretario Renzi ne fa una questione di principio invocando le decisioni a maggioranza (che si dovrebbero riflettere sui voti parlamentari) e rifiutando supposti ricatti interni tesi soltanto ad indebolirlo politicamente (sia come Segretario che come Premier).
           Prima di tutto sgomberiamo il campo dalle definizioni usate tipo essere più di sinistra, o essere più di destra, di centro, o come dice qualche esterno il Governo Renzi sarebbe peggio di quelli a condizione del signor Berlusconi.
Sono definizioni dalle quali mi astengo perchè risultano molto spesso una cortina fumogena per non affrontare e correggere i veri problemi politici che si possono avere di volta in volta sul tavolo.
Il Partito Democratico è il partito di centrosinistra per antonomasia, sia per cultura che per storia, per cui giocare le definizioni per giudicare sommariamente e strumentalmente l'operato del Partito e degli esponenti che via via si avvicendano è un modo semplice per svicolare sui problemi e sulle scelte di linea politica, insabbiando di fatto la sua azione.
           In realtà la situazione non è questa: il Segretario dimentica che nella dialettica interna sia del Pd che nei partiti di origine (Pci, DC, Psi, ecc) le anime critiche ci sono sempre state ed hanno contribuito sia allo sviluppo delle linee politiche programmatiche, sia agli avvicendamenti interni.
Renzi stesso, quando era minoranza, è stato una anima critica, ma ciò non di meno le sue proposte anche ruvide (rottamazione), peraltro già avvenute in passato con altri (ricordo a solo titolo d'esempio l'azione giovanile dei D'Alema e dei Veltroni),  alla fine sono emerse senza che fosse criminalizzato e sono state riconosciute all'interno del Partito e dei Gruppi parlamentari, anche da coloro (neo renziani) che sono stati eletti con la "vecchia" maggioranza.
Dopo le Primarie del 2012, Bersani ebbe a dire che per lui sarebbe stata l'ultima volta e che dopo di lui, a suo modo di vedere, sarebbe toccato a Renzi prendere le redini del Pd !!
Non accetto quindi il concetto più volte espresso da alcune nuove leve del "voi avete fallito, ora zitti che tocca a noi !"
Peraltro in quei tempi del recente passato le anime critiche non necessariamente si uniformavano alle decisioni a maggioranza, ma sovente se ne sono chiamati fuori potendoselo permettere (incarichi amministrativi locali) o rinunciando alle candidature, oppure andandosene anzitempo dalle Direzioni senza aver profferito parola.
Nei fatti attuali quindi non è  assolutamente vero che le anime critiche, ora minoranza, tendano a tagliargli l'erba sotto i piedi, ma intendono far valere i loro suggerimenti per ottenere un risultato migliore, spiegando in modo assai argomentato i forti dubbi, che non possono essere sciolti con una semplice votazione a maggioranza.
Invece, temendo di impantanarsi in presunti sterili dibattiti interni, Renzi ha preferito cercare all'esterno i necessari punti di mediazione contro i quali si era arenato per ultimo Bersani nel novembre 2012, senza tener conto che tra riforma elettorale e riforma costituzionale gli equilibri dovevano essere coerenti.
Senza nemmeno programmare veramente con chiarezza preventivamente, all'interno del PD,  le mosse da portare alla mediazione con gli altri partiti di coalizione e d'opposizione.
Allo stato dei fatti avremmo prossimamente un Senato, ridotto, di eletti di secondo grado e in Parlamento a sola Camera dei Deputati eletto con una legge elettorale che produrrà per lo meno 1/3 di soli prescelti dagli elettori e per 2/3 prescelti dai partiti (rammento che solo il PD userebbe la formula delle "primarie").
L'operazione stride in modo evidente sul piano dei principi democratici e conta poco il fatto che alle prossime elezioni con molta probabilità il Pd farà l'en plain, perchè la legge elettorale deve essere buona per tutte le stagioni, pur volendo garantire - per quanto l'elettorato con il suo voto vorrà esprimere  -  la stabilità e governabilità del Paese.
In realtà l'insistenza del Segretario Renzi non è legata ai timori che denuncia, ma è legata a motivi di pura strategia ed è su questi che dovrebbe dibattere all'interno del Partito, anche con le anime critiche.
Per esser ancor  più chiari il motivo per cui Renzi vuol velocemente approvare la legge elettorale dipende solo dal fatto che lui e il PD non si può permettere la brutta figura di un terzo "giro di valzer" alle Camere: gli avversari politici che lo accusano - e ci accusano - di decisionismo e allo stesso tempo di essere un venditore di promesse e non aspettano altro di scaricare le loro fratture interne, le loro incapacità di aggregazione, nonchè la mancanza di leader credibili.
Ovvero che con un altro giro di valzer si allunghino i tempi, si renda più rischiosa l'approvazione della legge (non si sa mai che può accadere nel prossimo futuro) e ciò influisca sui risultati delle elezioni amministrative di fine maggio!
Il dibattito in questi termini avrebbe dato risultati probabilmente diversi: il Segretario avrebbe riconosciuto alle anime critiche la validità dei loro contributi risconoscendo anche il loro conseguente peso politico.
Mentre ora, lasciando le anime critiche davanti a scelte comunque drammatiche, Renzi dimentica che dietro questi uomini e queste donne ci sono milioni di voti - spesso molto fidelizzati -  e  che  al di là dei risultati sulla Legge ci potranno essere molti insoddisfatti e il PD - e il suo Segretario/Premier - ha la giusta necessità di allargare la base elettorale non di sostituirla per ben governare il Paese.
Peraltro Renzi, superato questo ostacolo, avrà forse un un PD più addomesticato, ma non sarà scevro da prossimi imminenti problemi che lo potranno indebolire.
E' evidente che chi prenderà smacco persisterà comunque nello sciogliere le contraddizioni tra legge elettorale e riforma Costituzionale per cui la battaglia - interna ed anche esterna - si sposterà sul secondo tema, rendendo il percorso della legislatura più erto e sdrucciolevole e probabilmente meno veloce dell'utile e necessario.